Wednesday, April 14, 2010

Un salone del gusto o un Eataly anche in Estonia?




Tipici Prodotti Italiani


L’invitante atmosfera del Salone del Gusto ospita la miglior produzione gastronomica artigianale italiana. I produttori selezionati per partecipare a questo evento omaggiano i visitatori con assaggi di eccellenti oli, formaggi prelibati ed allettanti dolci. I profumi, i colori ed i personaggi che accompagnano questo itinerario culinario sono attentamente suddivisi in aree così da poter facilmente individuare quello che più interessa all'interno di una esposizione tanto ampia. I produttori hanno l’opportunità di far conoscere alimenti di qualità trattati secondo procedimenti e lavorazioni tradizionali. Gli appassionati di birra artigianale hanno l’occasione di assaggiare, in un’area appositamente dedicata ai micro birrifici, produzioni nazionali ricche di gusto che sapranno soddisfare anche i palati più fini. Il sommelier dell’Enoteca Italiana Nazionale consigliano gli abbinamenti di salumi e pane con ciascuna varietà di vino. Al Salone del Gusto ritornano i sapori antichi quelli più genuini e succulenti, talvolta elaborati e riproposti con creatività. Nell’area del Salone del Gusto dedicata al mercato internazionale piccoli produttori, grandi istituzioni, consorzi e aziende preparano assaggi dai sapori sconosciuti per alimentare la curiosità dei visitatori. La collaborazione con Slow Food ha reso possibile la partecipazione di altri stati del resto del mondo che espongono i prodotti tipici delle proprie zone di origine, sempre offendo la possibilità di assaggiarli ed acquistarli. Temi di grande attualità come agricoltura sostenibile, biodiversità gastronomica e culturale e trasformazioni della terra sono affrontati in interessanti convegni che vedono la partecipazione di tecnici ed esperti. Perche´ non organizzare un salone del gusto anche a Tallinn?.
Per maggiori informazioni:






Cos’è Eataly? Una somma di possibilità: supermercato, negozi che vendono salumi, formaggi, carne, frutta e verdura, stand da esposizione, sale di degustazione, ristoranti a tema, una biblioteca con volumi ispirati al cibo e riviste di settore, aule per corsi di educazione alimentare e di cucina.
Il primo centro Eataly e´ stato aperto a Torino . Quello di Torino e´ un complesso di circa 11 mila metri quadrati´in cui si possono trovare genuini prodotti biologici che vanno dalle carni, ai salumi, alle verdure, per poi passare a tortellini e crostate fatte a mano. Tutto questo in nome di una diversa cultura dell’alimentazione.


Oscar Farinetti, fondatore di Eataly
Suo padre faceva la pasta, il nonno era mugnaio, lui — dice — è nato in mezzo a quattro sacchi di semola: «Il mio primo ricordo olfattivo è stata proprio l’acidità della semola». Per Oscar Farinetti, 55 anni, italiano purosangue, ex proprietario e fondatore di UniEuro, il cibo è un’antica passione che viene inequivocabilmente dal dna di famiglia. Ma la rivoluzione in questo campo l’ha cominciata il 26 gennaio 2007 giorno in cui ha inaugurato Eataly Torino. Obiettivo: dimostrare che tutti possono permettersi di nutrirsi ogni giorno con cibi di alta qualità, spendendo poco di più. Un successo. L’iniziativa ha convinto i piemontesi e non solo loro: dopo Eataly all’ombra della Mole Antonelliana, ecco quelli di Milano, Bologna, Pinerolo, poi anche tre Eataly a Tokyo, mentre nel 2010 si aprirà a New York e nel 2011 sarà la volta di Francia, Spagna e Portogallo. Perche´ non aprire anche uno store in Estonia?.
Andate a visitare il sito:

Tuesday, April 13, 2010

Conoscere l´italiano anche attraverso il cibo





La cucina rappresenta un modo per porre in relazione diversi piani di analisi, da quello ecologico a quello tecnico, da quello sociale a quello simbolico. I gusti alimentari rappresentano quindi un effetto del contesto socio-culturale di appartenenza, per cui gusto e disgusto non dipendono dalla natura ma sono spesso determinati dalla cultura e quindi dalle abitudini. L´Italia pone grandissima attenzione alla cultura culinaria, al cibo e al momento del pasto, come simbolo di convivialita´. Come ha osservato Mary Douglas, il cibo oltre ad essere un elemento di sostentamento del corpo, è anche un importante medium, in quanto rappresenta un mezzo di comunicazione, attraverso il quale l’individuo esprime se stesso e allo stesso tempo si differenzia dagli altri, ovvero da coloro i quali non hanno le stesse abitudini alimentari. Il cibo può rappresentare una “frontiera culturale simbolica”, così come si può osservare con i tabù alimentari. Ma allo stesso tempo il cibo segna dei confini ben precisi anche all’interno di una stessa società, come ha dimostrato Bourdieu quando ha descritto i sistemi alimentari delle classi popolari e di quelle borghesi.
Si potrebbero organizzare delle fiere gastronimiche italiane in Estonia per far conoscere meglio la cucina del Paese anche al popolo estone.
Se ci pensiamo bene, l’atto stesso del cucinare ci fa riflettere su alcuni elementi. Come ha detto Fishler, la cottura rappresenta simbolicamente una sottomissione della natura alla cultura, in quanto una volta preparato il cibo perde la sua naturalità e assume significati e sapori diversi a seconda della cultura. Ogni cultura, infatti, possiede una cucina specifica che implica delle classificazioni, delle tassonomie particolari e un complesso di regole fondato non solo sulla preparazione e sulla combinazione degli alimenti ma anche sulla loro raccolta e sul loro consumo. Possiede anche dei significati, che sono strettamente dipendenti dal modo in cui le regole culinarie vengono applicate. Per riprendere l’analogia con il linguaggio, si può dire che, come gli errori di grammatica possono danneggiare o annullare il significato, gli errori di «grammatica culinaria» possono determinare delle improprietà inquietanti per chi mangia.” L’alimentazione fa parte di quelle pratiche del sé che ci aiutano a tracciare delle barriere simboliche fra noi e l’Altro ed in questo modo ci aiutano a capire meglio i significati del sé. Così, come ci hanno mostrato diverse civiltà, da quella greca a quella italiana o francese o cinese, la condivisione dello stesso cibo introduce le persone nella stessa comunità e le rende membri di un’unica cultura. Il cibo così come crea delle appartenenze, allo stesso modo sottolinea le differenze e serve a separare “noi” dagli “altri”. “Attualmente l’alimentazione è uno dei display più importanti per delimitare barriere ideologiche, etniche, politiche, sociali, o al contrario uno dei mezzi più utilizzati per conoscere le culture “altre”, per mescolare le civiltà, per tentare la via dell’interculturalismo; il cibo è anche un meccanismo rivelatore dell’identità etnica, culturale, sociale. [Scholliers, 2001]” E´ dunque importante delimitare i confini simbolici rappresentati dal cibo inteso come artefatto culturale anziché mero frutto della natura. Per conoscere meglio la cultura italiana, per esempio, si possono prendere in considerazione alcune categorie come popolo, nazione, etnia, casta e classe per perimetrare i confini di appartenenze consolidate attraverso le abitudini culinarie. Ma anche segnare insormontabili frontiere fra caste e classi facendo leva su idiosincrasie del gusto e dei regimi alimentari oltreché del costume, soffermandomi sulla grammatica culinaria come sistema culturale, ci permette di capire meglio gusti e customi degli italinani, dai tempi lontani sino ai giorni nostri.

Monday, April 12, 2010

La Cultura Italiana "in piazza"





In collaborazione con il MAE - Direzione Generale per la Promozione e Cooperazione Culturale e l'Accademia della Crusca, e´ stato realizzato un sito dedicato interamente alla lingua italiana, l'Italiano in Piazza, concretizzato anche nell'ambito delle iniziative dell'VIII Settimana della Lingua Italiana nel mondo, svoltasi a Roma e in molte piazze d´Europa nell´ottobre del 2008. Sarebbe bello promuovere una settimana della cultura italiana anche nelle piazze delle principali citta´estoni.
Dal 2001,infatti, ogni anno, si tiene in tutto il mondo una settimana tematica dedicata alla Lingua e Cultura Italiana. L'iniziativa, coinvolge tutti gli Istituti Italiani di Cultura sparsi nel mondo, con la partecipazione di molti enti pubblici e privati impegnati nella diffusione della lingua italiana all’estero. Anche la Rai-Radio Televisione Italiana descrive sul proprio sito il progetto culturale e il programma degli eventi: www.italica.rai.it/principali/argomenti/altro/lingua.htm

Durante le settimane dell´"Italiano in Piazza", il luogo simbolo della storia e cultura italiane, che e´appunto la piazza, è documentato da una selezione di fotografie storiche, contemporanee, inedite e d'autore. Attraverso 800 piazze italiane viene indagato lo spazio che da sempre ha cresciuto i valori della comunicazione come luogo privilegiato per il commercio e il turismo, come teatro di manifestazioni e celebrazioni religiose, come espressione dell'altissima creatività artistica italiana e della complessa stratificazione storica delle nostre città.



Perche´ scegliere la piazza come sibolo della diffusione della lingua italiana?

La civiltà italiana è per la massima parte il prodotto della vitalità prorompente delle tante città che fiorirono in ogni parte della Penisola e delle Isole negli ultimi secoli del Medioevo. Città che si aprirono ai commerci e alle attività produttive, si illuminarono di nuove forme d'arte e di letteratura e si dettero anche governo autonomo o almeno furono l'ambiente di vita soprattutto di una nuova classe sociale, la borghesia. La città fu il luogo alternativo al castello feudale da una parte e al grande centro monastico dall'altra. E nella città assunse una funzione decisiva la piazza civica: luogo di assemblea, di grandi cerimonie, di tumulto, di spettacolo, di affermazione del potere. Dunque, anche luogo di grande comunicazione, di pratica delle lingue vive e di dimostrazione del loro valore. Questa la funzione della piazza centrale dell'aggregato urbano: una "piazza maggiore" per antonomasia, che si apriva davanti al Palazzo di Città, o del Governo, o della Signoria. Altra cosa la Piazza che si apriva davanti al Duomo, per accogliere le cerimonie religiose o le folle in ascolto dei predicatori o che assistevano ai roghi degli inquisitori. Una pluralità di funzioni, nascente da ogni articolazione della vita associata, creava la necessità di questi spazi urbani e li riempiva.
La pressione della moltitudine incontrava poi la mente e la mano degli architetti e degli artisti. Presero così forma definitiva le spettacolari e inimitabili piazze italiane dell'età del Rinascimento e del Barocco. Talvolta l'architetto doveva dare solo l'ultimo e magistrale tocco a un impianto preesistente, ereditato dalla città romana sottostante: esempi classici la Piazza Navona a Roma e la Piazza Maggiore a Bologna o doveva reinterpretare il valore simbolico del luogo eccelso nell'antico mondo urbanizzato: nasceva quindi la Piazza del Campidoglio concepita da Michelangelo.



Ma se si vuol legare più strettamente l'esistenza delle Piazze d'Italia all'affermazione della lingua italiana, bisogna pensare alla funzione delle Piazze nel secolo del Risorgimento e della nuova nazione italiana. Le manifestazioni patriottiche e le barricate prima, ormai all'insegna del tricolore, e poi i comizi dei diversi e contrapposti partiti o i fasti di singoli protagonisti della nuova scena nazionale: furono queste le occasioni in cui l'italiano occupò davvero le Piazze d'Italia e anche si plasmò in esse. Piazze di antica esistenza o di nuova costruzione accolsero da allora nomi e monumenti che ricordano a tutti quando e come le vicende di mille comuni e i suoni di mille idiomi si sono congiunti in una sola storia e in una sola lingua.Anche poeti e pittori delle ultime generazioni hanno dato nuova anima a questi luoghi, celebrandoli nei loro versi o sulle loro tele. E in queste piazze si sono ridestate, terse e pienamente intelligibili, fatto unicamente italiano, anche le antiche voci: interi canti della Commedia di Dante hanno rioccupato prepotentemente, rilanciati dal funambolico Roberto Benigni, molte Piazze d'Italia, partendo da quella di Santa Croce a Firenze, e si sono incontrati qua e là con le voci di prodigiosi mimi e affabulatori del nostro tempo, come Dario Fo o Alessandro Baricco.

Interesse per la Lingua Italiana


La lingua e la cultura italiana sembrano godere di notevole successo e attenzione in Estonia. Il segreto di tale passione per l´Italia non risiede solo nel peso storico, artistico e culturale di una terra che fu patria di grandi menti quali, per esempio,Giulio Cesare, Leonardo da Vinci, Dante, Caravaggio e tanti altri, ma il grande interesse per l´Italia e´ anche dovuto al fascino di una cultura millenaria con tradizioni ricche di folklore,attrativita´e unicita´.

Un esempio di bellezza e musicalita´ della lingua italiana ci e´fornita dal volgare di Dante nella Divina Commedia. Guardate il video in cui il famoso attore italiano Roberto Benigni recita una parte del Paradiso dantesco.
http://www.youtube.com/watch?v=e3n3vRXJl2M&feature=related